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Il saluto del presidente uscente Raphael Barki

Con l’elezione del nuovo Consiglio Comites termina la presidenza di Raphael Barki che, come previsto dalla normativa, non ha potuto ricandidarsi dopo due mandati consecutivi al servizio dei cittadini italiani in Israele.

“Sono stati anni di grandi soddisfazioni soprattutto questi ultimi, in cui siamo riusciti a ottenere i finanziamenti per tanti progetti speciali,” dice Barki.

Infatti, mentre durante il primo mandato di Barki in funzione di segretario, il Comites non aveva sfruttato i fondi integrativi messi a disposizione dal Ministero degli Esteri, nel corso del secondo mandato, con Barki presidente, il Comites ha promosso diverse attività – in collaborazione con l’ambasciata e con il sostegno finanziario accordato dal MAECI: lo sportello psicologico, l’assistenza ai pensionati, il laboratorio teatrale, Aperikucha e il laboratorio di positività.

“Abbiamo trovato tante persone intraprendenti che hanno portato avanti le loro proposte e siamo stati molto contenti di poter dare loro una mano per ottenere i finanziamenti,” ha sottolineato il presidente uscente.

Barki ha ricordato i buoni rapporti costruiti con le istituzioni italiane e i vari ambasciatori con cui ha lavorato, in particolare Francesco Talò e Gianluigi Benedetti “ognuno con il suo stile, con Talò eventi e iniziative si susseguivano una dopo l’altra, Benedetti ha portato grande impegno sul fronte della cooperazione con Israele in materia scientifica”.

Del nuovo ambasciatore Sergio Barbanti ha detto di aver avuto un’ottima prima impressione. “Penso che il nuovo Consiglio potrà svolgere un eccellente lavoro con lui.”

Barki ha invece espresso delusione delle modalità con cui si sono svolte le ultime elezioni Comites, che dovevano segnare un passo avanti verso la digitalizzazione delle procedure per favorire una più ampia partecipazione e che invece hanno moltiplicato la burocrazia, demotivando la partecipazione al voto rimasta su livelli bassissimi.

Il presidente uscente si è detto fiducioso che il nuovo gruppo lavorerà bene. “I dodici consiglieri sono tutte persone in gamba e penso che sapranno usare le loro competenze e rete di contatti per aiutare gli italiani d’Israele. Il consiglio che mi sento di dare loro è di non dimenticare mai quanto è essenziale saper ascoltare chi cerca un aiuto.”

Barki ha anche voluto ricordare l’importanza del mantenere il Comites un organo apolitico.

“Ognuno giustamente ha le sue idee ma la politica non deve entrare nel lavoro dell’ente,” ha detto. “In altri paesi capita che le liste alle elezioni Comites siano sostenute da partiti politici e questo porta grandi divisioni, dimissioni e cadute dei Consigli. Noi dobbiamo rimanere semplicemente al servizio di tutta la comunità italiana.”

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