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Ricostruzione Certificato di Nascita

Nell’articolo pubblicato da Moked il 6/8/17, che riportiamo di seguito, si tratta delle difficoltà burocratiche che devono affrontare gli italiani che, per causa di forza maggiore, non possono produrre o esibire un certificato di nascita che sia considerato attendibile dalle autorità competenti.

Tale certificato viene richiesto da sempre in circostanze straordinarie, quali il matrimonio o l’acquisto di un immobile, ma da qualche anno va presentato anche per il disbrigo di pratiche più popolari, come l’emissione del passaporto e l’iscrizione all’AIRE.

In passato il comune italiano di residenza provvedeva, e forse ancora oggi provvede, a facilitare la ricostruzione del certificato, ove necessario, in maniera quasi trasparente per il richiedente. Tuttavia per i residenti all’estero l’affare diventa più complesso ed oneroso perché la procedura va fatta presso un tribunale italiano competente e può trascorrere anche un anno fino al completamento della pratica.

Il Comites ha già aiutato diversi cittadini italiani in Israele ad affrontare e risolvere la problematica qui descritta, consigliando l’ingaggio di un rappresentante legale in Italia, senza dover cambiare residenza né affrontare un viaggio spesso dispendioso.

Naturalmente qualunque iniziativa, come quella dell’UCEI, volta a semplificare la procedura, viene vista con grandissimo favore anche dalla comunità degli italiani in Israele, ove la problematica è particolarmente sentita. Siamo a disposizione per ulteriori informazioni.

Comites Tel Aviv
“Ebrei di Libia residenti all’estero, un’ingiustizia da sanare”

Pubblicato da Moked in Attualità il ‍‍06/08/2017 – 14 מנחם אב 5777

“Gli ebrei di origine libica naturalizzati italiani, o riconosciuti tali ‘optimo iure sanguine’ che risiedono all’estero, incontrano delle difficoltà nel vedersi rinnovato il passaporto dai rispettivi consolati, per via dell’impossibilità di poter produrre il loro certificato di nascita. In mancanza del certificato di nascita, un cittadino italiano residente all’estero, non può nemmeno iscriversi all’Aire”.

A sollevare questo problema, in una lettera aperta al Primo ministro Paolo Gentiloni, è l’assessore UCEI alla Cultura David Meghnagi.

“Per evitare il rischio di perdere la cittadinanza – si legge ancora – occorrerebbe trasferire la propria residenza in Italia e, una volta qui, rivolgersi al Tribunale per ottenere una dichiarazione giurata”. Il trasferimento della residenza non è però una cosa che si possa compiere facilmente. Per questo Meghnagi individua una via di uscita: a rilasciare la certificazione sostitutiva potrebbero i Consolati.

“Qualora questa strada fosse percorribile sul piano giuridico – osserva infine – renderebbe possibile il superamento di una difficoltà che per non voluta, suonerebbe ingiusta”.

http://moked.it/blog/2017/08/06/ebrei-libia-residenti-allestero-uningiustizia-sanare/

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